Il sentiero si addentra nel bosco denominato El Brezal che a dispetto del nome, che suggerisce una grande presenza di erica, in realtà concentra una grande quantità di alberi della specie Myrica Faya. L'abbondanza di precipitazioni (è il punto più piovoso dell'isola) ha permesso a queste formazioni di raggiungere grandi dimensioni. Troveremo subito una radura chiamata La Chapa Pablo. Questo primo tratto del sentiero attraversa un fitto bosco di laurisilva, con una volta vegetale chiusa. L'ambiente è umido, con una ricca presenza di licheni e muschi. Da segnalare in particolare la presenza di due imponenti pini delle Canarie, che ci ricordano come su questo versante orientato a sud la concentrazione di Myrica Faya ed erica sia un'anomalia dovuta alla densità delle nebbie cariche di umidità che risalgono lungo la scarpata del Golfo.
L'itinerario gira verso sud seguendo il corso di un incipiente torrentello. La relativa giovinezza geologica dell'isola di El Hierro spiega la presenza di una rete di torrenti ancora poco sviluppata. Ai margini del sentiero si segnala una ricca presenza di felci. La specie più frequente è la felce comune o felce aquilina. È una delle varietà più diffuse sull'isola e le sue fronde - così sono definite le foglie di questa pianta - possono raggiungere una lunghezza di due metri. Si tratta di una varietà resistente alla luce e a un calore moderato, pertanto potremo trovarla in questa parte del bosco caratterizzata da un minor grado di umidità.
Attraversiamo la strada che porta alla Hoya del Morcillo, la principale zona forestale ricreativa dell'isola. Proseguiamo in quest'area boschiva dove la vegetazione cambia radicalmente. Il minor grado di umidità determina infatti una riduzione della presenza di Myrica Faya che lascia posto all'erica, meno esigente rispetto all'umidità e più resistente al soleggiamento e alla siccità.
Questa radura di considerevoli dimensioni si estende alla base della Montagna della Fuente. La stessa parola "tablada", che richiama il mondo pastorale, rivela l'importanza dell'allevamento per l'isola di El Hierro. Il termine "tablada", utilizzato in passato in Andalusia, indica infatti uno spazio di raccolta del bestiame, che in prossimità di un centro abitato è associato al mattatoio.
Questa fonte è legata invece a uno dei periodi più difficili della storia dell'isola, dopo la fine della guerra civile spagnola. Fu costruita negli anni '40 dal Comando Economico delle Canarie per offrire un abbeveratoio per il bestiame. Fu dotata anche di una cisterna separata per la raccolta d'acqua destinata al consumo umano. Non sono lontani, e non lo sono sicuramente nella memoria delle persone più anziane, i tempi in cui l'acqua era trasportata su camion alle cisterne delle case o quando era ancora necessario recarsi alle fonti e magari fare una lunga fila per raccogliere la poca acqua che sgorgava.
Nel settembre del 2006 un terribile incendio bruciò 1400 ettari di monte sull'isola. E questo tratto del sentiero di La Llanía attraversa proprio un'area coinvolta nell'incendio, che fu controllato dopo essere risalito dalla pineta. È interessante osservare come la vegetazione va cambiando, sia per il recupero di alcuni giovani esemplari di pini delle Canarie sia per il rimboschimento a base di Myrica Faya ed erica arborea che progressivamente si vanno espandendo.
L'Hoya de Fireba è una spettacolare caldera esplosiva risalente al periodo intermedio della storia vulcanica di El Hierro. È la più preservata dell'isola, anche perché ve ne sono solo tre di questo tipo. La caldera è situata centralmente sul vertice delle tre dorsali che conferiscono all'isola un'irregolare forma a stella. Questo spettacolare cratere ha un diametro interno di 259 metri e una profondità di 110 metri. Il fondo di cenere vulcanica è pianeggiante. Accedere al suo interno significa vivere un momento di autentica magia, perché dentro la caldera persiste un'atmosfera di naturalità e un silenzio rotto solo dal volo degli uccelli. Il versante meridionale della caldera subisce l'influsso degli alisei che oltrepassano la scarpata del Golfo favorendo la crescita di Myrica Faya ed erica, mentre il versante settentrionale è quasi totalmente privo di vegetazione. Una piccola area sul fondo del cratere fu utilizzata anticamente per la coltivazione irrigua delle patate tipiche delle Canarie, grazie a un sentiero oggi recuperato che consentiva di accedervi.
Questo belvedere si trova sull'estremità sud del bordo della caldera, proprio nella zona in cui si depositarono le ceneri espulse dal vulcano e i lapilli che sull'isola sono chiamati "picón". A sinistra del belvedere si trova il picco di Fireba, che nei giorni di maggiore umidità mostra un particolare contrasto cromatico. Nelle giornate più limpide il belvedere offre invece eccellenti vedute su altre isole come La Gomera e Tenerife. Proprio lungo il margine meridionale della caldera, dove sorge il belvedere, passa il lungo Cammino della Virgen, che va dalla Dehesa a Valverde. La Hoya de Fireba si trova tra i punti di La Llanía e La Mareta in cui la Madonna, durante il suo transito, passa da una località all'altra. Presso La LLanía El Golfo cede la Madonna a El Pinar, mentre presso La Mareta viene ricevuta dalla località di Isora.
Prima del rimboschimento questa piccola pianura era una radura in mezzo al monte che le credenze popolari associavano alla presenza delle streghe. Si diceva infatti che in questo luogo gli alberi non crescessero perché vi danzavano le streghe. Per molto tempo le pratiche magiche affondarono le radici nell'inconscio degli isolani e degli abitanti delle Canarie in generale. I luoghi in cui si credeva danzassero le streghe sono denominati "bailaderos". Ve ne sono in tutte le isole, seppure questo stesso nome sia attribuito anche ai luoghi in cui gli aborigeni lasciavano il bestiame senza cibo perché belasse chiedendo agli dei di concedere la pioggia. Da qui probabilmente il nome di "baladero" che nel tempo si confuse con quello di "bailadero" legato alle pratiche di stregoneria.
Questo belvedere è un eccellente balcone naturale affacciato sul Golfo. Nelle vicinanze è possibile vedere le propaggini coperte dalla laurisilva che si arrampica sulle pareti prodotte da un enorme scivolamento, che provocò lo spostamento sul fondo del mare di una grande estensione del territorio dell'isola. Il Golfo è il risultato di un collasso gravitazionale, in quanto l'altezza eccessiva dell'isola provocò un'instabilità che causò un crollo gigantesco. Per questo motivo è possibile vedere scogliere incredibili, in alcuni luoghi praticamente verticali come le rupi di Tibataje, che sul mare si prolungano unendosi ai Roques de Salmor. Sulla sinistra è possibile osservare una zona meno scoscesa: è il vulcano Tanganasoga, la cui attività ha contribuito a colmare la depressione formata dallo scivolamento che ha dato vita alla zona bassa del Golfo.
Questa erica arborea è un elemento importante che interviene nella produzione di piogge orizzontali ottenute mediante captazione dell'acqua contenuta nelle nebbioline spinte dai venti alisei. Come succede con il Garoé, i rami e le fronde dell'erica condensano le gocce di nebbia per poi farle precipitare. La cementazione del pavimento evita che l'acqua filtri raggiungendo il sottosuolo e consente di riempire una cisterna situata alla base dell'albero. L'acqua catturata così ingegnosamente è quella che alimenta la fonte della Llanía, punto di partenza e adesso di arrivo di questo itinerario lungo il bordo settentrionale dell'altopiano di Nisdafe. Nonostante le sue dimensioni ridotte, alimenta ininterrottamente durante tutto l'anno la "nuova fonte" della Llanía, tanto che alcuni abitanti del posto la raccolgono per portarla a casa.
- Non lasciare rifiuti di alcun genere nell'ambiente, compresi i mozziconi di sigaretta. Gli avanzi di cibo contribuiscono alla proliferazione di roditori e gatti selvatici che rappresentano una grave minaccia per la fauna.
- Rispetta gli animali, non disturbarli e non dar loro da mangiare. Se vedi un esemplare ferito, puoi telefonare al numero di emergenza 112. Non strappare fiori o piante.
- Non raccogliere, né portare via pietre o qualsiasi altro elemento dal mezzo naturale. Non modificare quest’ultimo neanche impilandole per realizzare le tristemente famose "torri".
- Non attraversare spazi non consentiti e rispettare la segnaletica dei sentieri. Uscire dai percorsi autorizzati provoca danni all'ambiente e può essere pericoloso anche per te e per chi ti accompagna.
- È più sicuro tenere il tuo animale domestico al guinzaglio.
- Cerca di non disturbare la tranquillità dell'ambiente con rumori eccessivi (musica alta, urla...).